UNA SETTIMANA A CASTRO MARINA… “ OSTAGGI DI LUSSO” DI SALVATORE.

 

 Non so come descrivere al meglio questa esperienza…

Direi che mi sono sentita un ostaggio di lusso in balia di un esser a dir poco “ vulcanico” come Salvatore Mangia, che a parer mio passava le poche ore di sonno tra l’averci lasciato di sera e l’averci ritrovati di mattina pensando a come tenerci occupati.

 

Comunque, sono arrivata in un’afosa serata di scirocco, che qui al sud equivale ad un momento di profonda crisi fisico-chimico- psicologica ed anch’io subisco subito questa crisi, nonostante la visione del mare dal parapetto della strada sia stupefacente.

Veniamo subito sistemati nelle stanze di questo villaggio-hotel, che sono casette che si dipanano lungo gradinate tra ulivi, enormi oleandri fioriti e piante di cappero. Naturalmente tutte bianche e naturalmente tutte ad occhieggiare il mare.

Comprendiamo da subito che la gestione della struttura sarà molto elastica nei nostri confronti.

Nelle varie giornate ci consentirà di volta in volta di poter scegliere se restare a pranzo o a cena, a seconda delle idee di Salvatore, che un pomeriggio propone spiagge di sabbia bianca ed un giorno neri scogli dai quali i nostri ragazzi ( un bel gruppo davvero e da subito affiatati!) si tuffano dentro un mare letteralmente di cristallo.

Capita anche di ordinare il pranzo e poi di cambiare idea e di andare a fare un pic-nic alla insenatura di Porto Selvaggio: sentiamo il cuoco che per un attimo va su tutte le furie per il centinaio di panini che deve prepararci all’ultimo minuto, ma poi troviamo un bel cesto di frutta ed un grosso cocomero. Perché qui le persone non sono solo cortesi, sono ospitali, il che è molto differente!!!

Per arrivare a Porto Selvaggio ( e qui ben comprendiamo il perché del nome…)bisogna scarpinare lungo una ripida discesa sterrata attraversando una grande pineta che si affaccia sul mare. Avremo il caldo del sole e l’ombra degli alberi per un sonnellino. Ma nel pomeriggio ci sorprende una pioggia leggera, così sottile e tiepida che nessuno fugge via di corsa, ma con calma tanto è refrigerante dopo la calura del mezzogiorno. Mentre me la piglio tutta senza coprirmi, penso ad una specie di dannunziana “pioggia nel pineto” e mi scappa da ridere.

Mentre i nostri consorti al mattino frequentano impegnative riunioni di lavoro sotto gli ulivi del villaggio, rigorosamente in t-shirt e pantaloncini corti, noi signore ci organizziamo ed ogni giorno è una sorpresa.

La lunga spiaggia di Alimini con il suo mare sicuro, basso come il nostro Adriatico ma trasparente, oppure porto Badisco con una baia rocciosa adatta a tuffi di tutte le altezze ( ed i nostri figli ne profittano alla grande, capeggiati dai due ragazzi di Salvatore, Edoardo ed il mitico GianMarco) ed ancora Otranto con le sue fortificazioni ed il famoso mosaico pavimentale della cattedrale. Ce lo illustra un vecchio professore in pensione del luogo, che affascina i nostri figli raccontando attraverso le sue figurazioni sacre e profane, in un turbine di paradisi, inferni e segni zodiacali.

Per poi finire giù nella cripta tra i crani dei primi martiri cristiani del posto. Morboso, lugubre… ma eccitante!!!

Ma questa vacanza è stata anche e soprattutto buon cibo di mare, “ pucce ripiene di tonno e pomodoro, pizza di patate calda alle olive, ciotole di cozze e orecchiette ai frutti di mare sulla spiaggia, o alle cime di rapa in agriturismi sperduti nella campagna. Ed infine, frutta fresca in ghiaccio e sorbetti di limone o di caffè con panna ed un goccio di latte di mandorla.

Fortuna vuole che il nostro villaggio si snodi lungo una lunga scalinata, perché questa sarà per la maggior parte di noi l’unica ginnastica praticata. A parte quelli (pochi)  che alle 7 di mattina si danno al footing e poi ad un primo tuffo tra le onde prima della riunione. Mio marito sostiene che è bello sentire il profumo del mare a quell’ora, ma io preferisco non andare al di là della comprensione della cosa e lo saluto mentre riaccosta le imposte.

Chi è invece dedito allo shopping sfrenato ed alla frequentazione delle griffes più famose, qui difficilmente troverà pane per i suoi denti. Abbiamo fatto tutti per così dire acquisti particolari come olio d’oliva e vino, ceramiche e terraglie di Colì, oppure gioielli indiani deliziosi sulla spiaggia. In somma sotto questo grande sole, anche le nostre quotidiane nevrosi si sono sciolte ed i tempi allungati come nastri fluenti. I primi giorni si risente ancora della frenesia nella quale ogni giorno viviamo, ma presto non siamo più prigionieri delle ore.

Solo Salvatore Mangia, il vero mattatore di questa esperienza, ci richiama all’ordine perché desidera farci vedere tutto della sua terra. E si vede che questa è la sua terra, perché  si muove come un capitano. Conosce tutti e tutti lo conoscono e, di conseguenza, tutti sanno chi siamo noi. A volte non arriviamo neanche alla spiaggia di destinazione prescelta che già chi è del luogo ci trova parcheggio anche se c’è una folla  e poi lo chiama per confermagli il nostro felice approdo….

Per questo io trovo che siamo “ostaggi di lusso”. Mi piace esserlo perché mi riscopro pigra, almeno per qualche giorno.

 

Quando arriva la sera è dolce ed a volte anche un po’ fresca. Nella animatissima piazzetta di Castro Marina c’è qualcuno di noi che ordina una china calda, mentre i nostri figli si accaparrano come al solito un tavolo e schiamazzano in maniera vergognosa ordinando frappè alla nocciola o al cioccolato e ricordando l’avventura del paracadute ascensionale  che hanno provato nel pomeriggio, tutti insieme. E’ stata una bella vacanza anche per loro e lo sento dai messaggi che in questi giorni ancora si inviano col telefonino. “ho nostalgia di tutti voi” si dicono e questo è bello e commovente.

Ringrazio Salvatore per avermi dato l’occasione di conoscere lui e tante altre persone meravigliose.

 

Con stima ed affetto sincero. Ciao

 

 

                                                                                                          Donata